giovedì 1 dicembre 2011

E così iniziò la mia avventura..

"Evviva! Adesso telefono! I M M E D I A T A M E N T E!!!" 
Questa è stata la prima frase che mi è saltata in mente quando, sulla bacheca del CUS, tra i vari annunci di affitti e corsi ginnici, mi si presentò sotto gli occhi un biglietto: "Sei uno studente universitario? Vuoi donare un po' del tuo tempo libero a chi ne ha bisogno?" 
Mi brillavano gli occhi. Volontariato in ospedale. Telefonai subito ad uno dei tre numeri riportati. Chiesi informazioni e, da come la ragazza mi stava descrivendo la "conformazione" dell'associazione, era molto.. come dire... libera! Insomma, non esiste il vincolo che, se non vai una volta, ti fanno la ramanzina o ti costringono a seguirli nei seminari o nei ritiri. 
Cominciammo un mercoledì di metà ottobre, e nella sala Marta Russo, del Policlinico Umberto I di Roma, il corso di formazione seguì per altri due stessi giorni della settimana. Al primo incontro, suor Laura, una consacrata Salesiana, ci chiese di scrivere cosa potevamo donare agli altri, e perchè avevamo scelto questo servizio. 
Una cosa che mi colpì, del primo incontro, fu la lettura del racconto di Oscar Wilde, "Il principe felice".
Mi sono commossa, alla fine.
Riporto un breve riassunto di questa bellissima storia, che vi consiglio di leggere perchè è davvero molto toccante.


<<"Il Principe Felice" era un'altissima statua posta in cima ad una collina: ricoperte di sottilissime foglie d'oro; aveva per occhi due zaffiri ed un rubino incastonato sull'elsa della spada.
Una notte, una rondine che stava emigrando verso i Paesi più caldi, vide l'enorme splendido monumento, e decise di rannicchiarsi ai suoi piedi, per poter così rifocillarsi un pochino e, poi, all'indomani, tornare in alto a volare con le sue amiche. 
Ad un certo punto, proprio mentre la piccola bestiola si stava accovacciando, sentì una grossa goccia d'acqua bagnarle le ali. Stranita, guardò verso il cielo se, per caso, si stesse per  mettere a piovere: brillavano le stelle.
Non era pioggia: bensì, la statua stava piangendo!
Preoccupata, domandò al Principe il perchè del suo pianto. Addolorato rispose che, per la posizione in cui si trovava, riusciva a vedere tutte le brutture e le sofferenze del Mondo; che, quando era in vita, non conosceva perchè era sempre allegro. Adesso, dopo che i suoi sudditi, i quali tanto lo amavano, lo ricordavano con quell'enorme moumento avente un cuore di piombo; lui avrebbe voluto far qualcosa per donare un sorriso a chi ne avesse bisogno.  Non potendosi muovere, chiese aiuto alla rondine. 
In una misera casetta, una madre era tanto addolorata per il figlioletto che giaceva a letto con una forte febbre e voleva delle arance, che la donna non poteva comprare. Il principe ordinò alla rondine di staccare il rubino posto sulla spada, e di regalarlo alla donna. La bestiolina obbedì, nonostante dovesse partire per l'Egitto. L'inverno era sempre più vicino, e se non andava via sarebbe morta per il gran freddo che stava giungendo. La rondine tornò, e sentiva un gran calore: quello donato da una buona azione.
In un altro posto povero della città viveva un giovane che doveva concludere un libro, ma non avendo un camino che lo scaldasse, soffriva tremendamente il freddo. Il principe si fece staccare lo zaffiro, che fungeva da occhio, dalla rondinella: questa lo poggiò sul tavolo del ragazzo che, entusiasta, potè continuare il suo lavoro. La rondine tornò dal Principe, e gli promise che sarebbe rimasta con lui perchè, divenuto cieco, doveva aiutarlo. Il nobile protestò, ma l'animaletto rimase ancora: questa volta volò su tutta la città. Vide la povertà, la solitudine, la fame, i bambini denutriti. Quello che, prima, era stato il sovrano di quella città, chiese all'uccellino di staccare tutte le foglie da cui era ricoperto e di donarle ai poveri. Così fu fatto. 
La neve fioccava, e la rondine aveva freddo: avendo capito che stava per morire, ebbe appena la forza di soffermarsi sulla spalla del principe, lo baciò sulla bocca e cadde ai suoi piedi. 
La mattina seguente, nella piazza passeggiavano il Sindaco ed i suoi consiglieri, che restarono esterrefatti nel vedere la statua mal ridotta e il corpo senza vita della rondinella. Il primo cittadino appose un cartello per vietare la morte degli uccelli in piazza. La statua venne fatta fondere, per lasciare il posto ad una rappresentazione del sindaco. Il cuore di piombo del principe non si scioglieva, e fu perciò buttato nella spazzatura con la rondine. Dio domandò ad un angelo di portargli le due cose più belle della cittadina. Quando questo tornò, portò con sè il cuore di piombo e la rondinina. Il Creatore fu felice: per sempre, il Principe sarebbe vissuto, insieme alla rondine canterina, nel meraviglioso giardino del Paradiso>>.

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